Coronavirus: diario dalla bergamasca

A una settimana dal mio rientro a casa in provincia di Bergamo, giusto in tempo prima che la Lombardia venisse dichiarata “zona di massima allerta”. La quotidianità nella provincia italiana attualmente più colpita dal Coronavirus
Foto Claudio Furlan - LaPresse

A Bergamo il numero delle persone che sono state contagiate dal Coronavirus è salito a più di duemila, ma la città non molla. Medici e infermieri sono diventati il punto di riferimento e il modello per tutti i cittadini, un esempio di impegno e coraggio senza limiti. L’ospedale Papa Giovanni XXIII è in affanno, i posti in terapia intensiva stanno per terminare, ma la Città dei Mille non molla. Lo dice il cartellone che è apparso lungo una delle strade più trafficate della città che ha come sfondo l’immagine di Bergamo e dice “Mola mìa” (non mollare).

Lo dicono tutti quegli arcobaleni silenziosi, ma pieni di vita che sono stati appesi dai bambini della provincia fuori dalle case. Bergamo a bisogno di speranza e di tempo per tornare alla normalità. È veramente una strana realtà quella che tutti noi stiamo vivendo.

Quando sono a casa sono abituata ad una vita abbastanza frenetica e mi divido tra l’università, che frequento a tempo pieno, e le attività di volontariato che svolgo abitualmente nel mio tempo libero. Ma l’ultima settimana, da quando sono tornata da Roma, non è più così. È come se tutto si fosse fermato, sembra una prolungata condizione di vacanza.

In realtà, vacanza si fa per dire dato che tra lezioni online, studio, riunioni via Skype e partecipazione attiva alla vita casalinga non rimane molto tempo per l’ozio, ma il fatto di avere tutta la famiglia sempre attorno rende l’atmosfera particolare, come se le vacanze di Natale non fossero mai finite e si congiungessero con quelle che verranno per Pasqua tra meno di un mese. I miei genitori lavorano da casa da lunedì perché per fortuna ne hanno la possibilità. Mio fratello più piccolo, che frequenta la seconda media, ha iniziato a seguire le lezioni online e ora non può più scappare dai compiti. Mio fratello Lorenzo, invece, che lavora per un’azienda poco distante da casa, ha lavorato in ufficio tutta la settimana. Il datore di lavoro ha fatto in modo che ogni dipendente dell’ufficio avesse una mascherina e che fossero rispettate lee distanze di sicurezza e per questa settimana è andata bene così, ma da lunedì ha deciso che tutti staranno a casa almeno fino al 22 marzo.

Non è sempre facile stare 24 ore al giorno a casa: piccole discussioni e incomprensioni nascono facilmente tra le mura domestiche, soprattutto se si hanno fratelli adolescenti. È proprio per questo che l’assenza delle altre persone che frequentiamo solitamente ci pesa di più. Sono in costante contatto con i miei amici e il mio ragazzo e questa settimana possiamo dire di essere diventati tutti dei campioni di videochiamate.

Grazie al Cielo Internet esiste e ci permette di sentirci più vicini e di vederci. Ogni giorno ci raccontiamo cosa facciamo e cosa vorremmo fare, cerchiamo di essere positivi insieme. Con i miei compagni di università attendiamo anche il nuovo calendario degli esami, dato che la sessione di marzo-aprile è slittata a data da destinarsi: condividiamo anche lo stress e questo aiuta. Stiamo tutti bene e questa è la cosa importante, ma sappiamo di persone attorno a noi che invece non stanno passando un bel momento e cerchiamo di esserci anche solo facendogli sapere che li pensiamo e che ci siamo.

All’inizio della settimana, al primo giorno a casa, mi sono fatta una promessa: voglio che questo tempo sia generativo per me. Non voglio viverlo con tristezza e rassegnazione, anzi, voglio sfruttarlo come meglio posso, imparando cose nuove e spuntando dalla lista che conservo nel mio diario quelle attività che vorrei sperimentare da tempo. Così ho deciso che ogni giorno farò qualcosa di bello e nuovo e lo posterò sul mio profilo social per dare un segnale di positività in questo momento grigio. Lunedì mi sono data alla cucina, martedì e mercoledì sono stata più tempo con il fratellino, giovedì ho riordinato le foto sul mio PC per conservarle meglio…

Ho ancora molte voci della lista da spuntare e, anche se vorrei che tutto questo finisca il prima possibile, provo a gioire di queste piccole conquiste quotidiane.

 

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