«Chiara Lubich genio della pace»

La fondatrice del Movimento dei Focolari, per l'imam di Teramo e dell'Abruzzo, era una vera donna del dialogo, che credeva nella fraternità universale e in un possibile mondo unito perché lo aveva sperimentato.

Chiara Lubich è una cattolica che, appunto da credente cattolica, ha saputo parlare al mondo intero usando un linguaggio conciso e semplice. Gli ideali in cui credeva Chiara, ossia un mondo unito e la fraternità universale, sono completamente condivisibili e sottoscrivibili da chiunque creda in Dio clemente, amorevole e sommamente misericordioso.

Ho avuto la fortuna e l’onore di averla incontrata e conosciuta, e devo dire che mai una persona cristiana mi ha convinto del fatto che il dialogo è alla portata di tutti, credenti e non. In modo particolare quando Chiara si rivolge ai credenti delle diverse religioni e fa capire che vi è in ogni religione la famosa regola d’oro, che invita in vario modo a desiderare per gli altri ciò che uno desidera per sé stesso, o ancora a “non fare agli altri ciò che uno non vuole venga fatto a sé stesso”, questo non può che svegliare in ogni credente quel desiderio innato del prediligere il bene sul male, ed impegnarsi fortemente per la diffusione della cultura della fraternità e dell’unità tra tutti i figli di Adamo ed Eva.

Quanto ai drammatici scontri culturali che vive il mondo oggi, se ci fosse ancora Chiara tra di noi avrebbe invitato, sempre convintissima, a ricambiare il male con il bene, il torto subito con l’indulgenza. La vedrei ripetere: “…Amare per primi, amare tutti, amare sempre…”.

Chiara è una donna del dialogo, la donna giusta per un dialogo che rispetti ognuno, che vuole che ci si impegni a conoscersi e a volersi bene nel rispetto delle caratteristiche di ogni individuo. Lo si capisce percorrendo la sua lunga attività al servizio del dialogo con la D maiuscola. L’abbiamo vista impegnata nel dialogo tra fedeli di chiese diverse, edi religioni diverse, l’abbiamo vista dialogare persino con le persone che credono di non credere. Praticamente una donna impegnata nel dialogo a 360 gradi. Il segreto del suo successo, secondo me, è da cercare nel suo modo di rivolgersi al prossimo, un modo basato sull’uso di parole semplici che, uscendo dal cuore, sono diretti al cuore di chi ascolta.

In merito al sogno di Chiara di un mondo unito, penso che tutte le persone di buona volontà sognerebbero un mondo unito, privo di armi, dove non ci sono conflitti di nessun genere, un mondo senza disgrazie né calamità, senza povertà, e dove regnano la pacifica convivenza, l’amore e la fraternità. Ma la differenza tra le persone che sognano in questo modo e Chiara è che la Lubich crede veramente e fino in fondo nel mondo unito e nella fraternità universale. Era forte del fatto che lo ha sperimentato lei stessa con le sue prime compagne, mentre il mondo era in piena guerra. Hanno vissuto nel loro piccolo il mondo unito sotto le bombe e la carestia. La prova dell’autenticità di questo ideale è che, finita la guerra e a distanza di 75 anni, esso continua a vivere e a conquistare i cuori in tutto il mondo.

L’eredità di Chiara è talmente vasta e ricca che è impossibile riassumerla in poche parole, tuttavia se volessi sottolineare qualcosa che, a mio avviso, la farà ricordare per sempre, citerei la sua profonda fede, l’umiltà di vivere la volontà di Dio e la sua rara capacità di convincere offrendo in cambio solo amore.

Sintetizzando, per me Chiara era un artefice del dialogo, una benefattrice e un genio al servizio della pace mondiale.

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