Chiara Giaccardi: la famiglia è un patrimonio dell’umanità
Il 19 marzo, festa del papà, comincia l’Anno della famiglia Amoris Laetitia indetto da papa Francesco, che si concluderà il 26 giugno 2022, quando si svolgerà il X Incontro mondiale delle Famiglie.
In un momento in cui sono particolarmente stressate e in difficoltà a causa della pandemia e dei lockdown, che costringono genitori e figli ad una continua convivenza in abitazioni spesso inadatte, il papa dunque pone di nuovo le famiglie al centro dell’attenzione. Ma perché questa iniziativa è importante?
Lo spiega la sociologa Chiara Giaccardi, direttrice del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. «Penso – afferma – che sia un’iniziativa molto bella in sé e molto appropriata rispetto al tempo in cui stiamo vivendo, perché la famiglia è un luogo irrinunciabile di legami tra diversi generi e diverse generazioni. Legami non scelti, che pur tuttavia sono essenziali e fondamentali. La famiglia ha un’unicità come luogo di esperienza, crescita e formazione di sé che non esiste in nessun’altra forma e va preservata».
In una delle prefazioni all’esortazione Amoris laetitia, firmata con il marito Mauro Magatti, sociologo ed economista, «abbiamo scritto – continua Giaccardi –, che la famiglia è un patrimonio dell’umanità: non è la bandiera di un gruppo politico o di un movimento religioso, ma è un luogo straordinario di relazione e di crescita ed è di tutti. Il Covid ci ha costretti a capire quanto la famiglia sia fondamentale. Se non ci fossero le famiglie, la società non avrebbe tenuto durante la pandemia».
Del resto, come si legge nella relazione redatta a conclusione del Sinodo delle famiglie, spesso queste ultime «si sentono abbandonate per il disinteresse e la poca attenzione da parte delle istituzioni. Le conseguenze negative dal punto di vista dell’organizzazione sociale sono evidenti: dalla crisi demografica alle difficoltà educative, dalla fatica nell’accogliere la vita nascente all’avvertire la presenza degli anziani come un peso, fino al diffondersi di un disagio affettivo che arriva talvolta alla violenza».
Il Covid – con le restrizioni, le paure, lo stress e le difficoltà economiche e relazionali che hanno caratterizzato la pandemia – ha acuito le problematiche esistenti, facendole emergere con forza. In questa situazione, spiega Giaccardi, non solo le famiglie hanno resistito, ma «hanno fatto da scuola, da infermeria, da sostegno, da luogo educativo e di lavoro. Anche se è infragilita, oggi più che mai è necessario che la famiglia torni al centro dell’attenzione, quindi ben venga che papa Francesco la metta sotto i riflettori e richiami collettivamente a riflettere sulla sua importanza e sul suo ruolo insostituibile».
È fondamentale, però, che le famiglie si aprano alle relazioni con gli altri, diventando veri snodi sociali. Non bisogna avere paura delle diversità e dei conflitti in cui possono sfociare le inevitabili tensioni esistenti per motivi caratteriali, generazionali, economici. Un confronto, anche acceso, è sano, perché, conclude Giaccardi, «affrontando le tensioni si cresce, ma se la famiglia è dentro una bolla, autoreferenziale, le difficoltà possono avere esiti nefasti, perché l’impianto individualista che caratterizza il nostro mondo culturale e sociale si trasferisce nella famiglia, che diventa un piccolo consorzio di individui. Ma la famiglia non è questo! La famiglia è un organismo inclusivo e in divenire, non una scatola che ha la sua forma e la mantiene fino alla fine».
Per assecondare il suo dinamismo, le sue continue trasformazioni, è necessario che la famiglia sia in relazione con ciò che sta fuori dalle mura di casa, sia accogliendo la vita, le persone, anche figli non propri, sia andando incontro agli altri, esercitandosi nella prossimità, perché nel momento in cui ci si fa prossimi alle situazioni che la vita ci offre, si entra in relazione col mondo, con le sue ferite, con le sue interpretazioni e si può capire come contribuire al benessere sociale. Una famiglia sana, conclude Giaccardi, è una famiglia in cui ciascuno cerca di capire come può contribuire al mondo di cui fa parte e al benessere di tutti.
E se la famiglia non affronta la vita come se fosse un’avventura coinvolgente e aperta agli altri, diventa semplicemente un contratto che viene sciolto quando i criteri non sono più rispettati o soddisfacenti.