Cantiere politiche familiari, dialogo aperto

Un dialogo aperto sul percorso della reale introduzione della riforma dell’assegno unico per i figli. Perno di una riforma storica delle politiche familiari che vede il consenso tra le forze politiche nel pieno della crisi economica indotta dalla pandemia. Prima puntata su cittanuova.tv
Cristian Gennari

Come già evidenziato su Città Nuova, tra piani Colao e Stati generali, sembra che sia condivisa, nel pieno della crisi economica più grave dal dopoguerra, l’esigenza di un cambio di prospettiva nel campo delle politiche familiari, con l’introduzione dell’assegno unico per i figli a fare da architrave di una riforma strutturale.

Abbiamo perciò organizzato, in tempi brevi e senza troppe formalità, una prima intervista pubblica per entrare nel merito della riforma che sembrano potranno adottarsi in Italia grazie ad un accordo condiviso tra la grandissima parte delle forze politiche.

Sono intervenuti Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’Unità, assieme con Pietro Parlani e Marina Breccia in rappresentanza, assieme a Paolo Brogi, del movimento Famiglie Nuove, in dialogo con Stefano Lepri, deputato del Pd, relatore alla Camera dei deputati della proposta di legge delega al Governo «per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi».

Il metodo delle interviste dirette e approfondite con ciascun esponente politico parte dall’esigenza di comprendere le motivazioni di una riforma che, attingendo al resoconto stenografico della Camera dei deputati, sembra condivisa tra forze di governo e opposizione. Anche se resta, come sempre, il nodo delle risorse di bilancio che saranno destinate a questa riforma Lepri ha paragonato a quella agraria del 1950 e a quella del servizio sanitario nazionale del 1978.

Si tratta di destinare in maniera diversa 15,5 miliardi di euro già esistenti oltre a ulteriori 6-7 miliardi da aggiungere per introdurre l’assegno unico e universale per ogni figlio, fino a 21 anni di età. Una misura estesa a tutti, tranne i redditi molto elevati, simile a quanto già è stato introdotto in Germania, Gran Bretagna, Russia e Canada.

Ci troviamo nel mese decisivo di luglio dove si deciderà molto dei prossimi anni, non solo per il piano di rilancio dell’Italia e le effettive risorse che arriveranno, come prestiti o sussidi, dall’Europa.

Nel Documento di economia e finanza 2020 presentato dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, tra le diverse aree prioritarie, la numero 3 prevede la «introduzione di un Piano strutturale e integrato di politiche familiari (Family Act)» che prevede l’introduzione graduale, «compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica», di «un assegno universale per i figli» oltre ad altre varie misure.

Di fatto, la discussione nel merito del progetto di legge alla Camera si è interrotta perché «la Commissione Bilancio, avendo richiesto al Governo una relazione tecnica, non ha espresso il parere sul testo della proposta di legge».

Tale parere dovrà arrivare quanto prima anche perché arrivano tante sollecitazioni sulle misure urgenti e strutturali che il nostro Paese deve adottare. È molto duro ed esplicito, ad esempio, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi secondo il quale: «Nessuno ha l’interesse, il coraggio, la volontà, di dir quale è la realtà, cosa ci aspetta in autunno».

Gli industriali chiedono di rimuovere leggi a loro parere dannose come reddito di cittadinanza, di rimuovere il presidente dell’Inps e di ricevere il saldo di 50 miliardi di euro di arretrati dalla pubblica amministrazione mentre prevedono per l’autunno «un crollo del Pil attorno al 9%, l’esplosione del debito pubblico e il rischio di raddoppio del numero di famiglie in povertà assoluta».

In generale il timore di una bomba sociale a settembre è molto avvertito con la richiesta di grandi risorse a seconda delle differenti e contrapposte ricette proposte.

Per chi come noi concepisce la politica familiare non come una istanza di parte, concorrente con le altre, ma il fulcro di una visione globale di giustizia sociale, si tratta di entrare nel merito del dibattito attuale.
Queste le domande guida che permettono di seguire il dialogo riportato in questo video.

•    Tutti parlano di family act dopo l’annuncio dato con la conferenza stampa di Conte, Bonetti e Catalfo. Come si deve intendere tale termine in riferimento alle politiche familiari? E che rapporto ha con la proposta di legge delega sull’assegno unico per il figlio?
•    Cosa significa legge delega e perché si è scelto questo strumento legislativo? Che tempi avrà per l’entrata in vigore della nuova normativa?
•    Come si collega la misura dell’assegno unico con le politiche sociali e del lavoro?

Qui il video

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons