Assemblea dei Focolari: aperti al nuovo
Un’esperienza assolutamente inedita lo svolgimento in maniera totalmente telematica dell’Assemblea generale dei Focolari, iniziata lo scorso 24 gennaio e che si concluderà il 7 febbraio prossimo. La pandemia in corso, infatti, ha cambiato i programmi, spostando la data (inizialmente prevista per settembre 2020) e la modalità, da presenziale a “virtuale”, non a caso scritto fra virgolette perché l’esperienza di comunione planetaria che si sta facendo è, invece, assolutamente reale. Non erano mancate le perplessità, le richieste di ipotizzare un ulteriore spostamento sapendo che convergere fisicamente in un posto offre possibilità diverse. Ma man mano che si procede nei giorni dell’Assemblea, ci si rende conto invece che la fiducia del Dicastero dei Laici, famiglia e vita, che aveva autorizzato la modalità telematica si è estesa ai partecipanti che, quasi increduli, sperimentano che non ci sono limiti a costruire un’esperienza di unità reale e forte.
Non si può non pensare a quanto Chiara Lubich durante la sua vita fosse stata, fra il resto, un’antesignana della globalizzazione quando ancora nessuno o pochi ne avevano l’esperienza, una globalizzazione che è sempre passata anche da un uso sapiente dei più moderni mezzi di comunicazione. E questa Assemblea segna un exploit in tal senso perché le piattaforme telematiche utilizzate sono davvero tante e le più diverse, da quelle più semplici per le plenarie a quelle un po’ più complesse per le sale riunioni, le votazioni, la raccolta di proposte, di candidature, di mozioni…
Alla prima giornata in cui bisognava espletare alcune operazioni di rito, come l’approvazione del regolamento dell’Assemblea, del programma, la scelta dei moderatori… sono seguiti tre giorni di ritiro spirituale. Tanti gli spunti di meditazione. In un’estrema sintesi si potrebbe dire che ai partecipanti è stato proposto di vivere un’intensa esperienza di Dio a partire dal dichiararsi un patto di amore reciproco in grado di sgombrare ogni piccola grande ombra nei rapporti, con la massima disponibilità ad accogliere l’altro, a valorizzare il suo pensiero per fare spazio alla voce dello Spirito. Una mistica alta, comunitaria e con implicazioni molto concrete, come emergeva dalla testimonianza di persone di diverse appartenenze religiose, invitate all’Assemblea. Se ci fosse stato qualcosa da rimediare, l’invito era di provvedere subito, prima di pronunciare tutti insieme questo patto solenne, ciascuno nella propria lingua (per approfondimenti vedi www.focolare.org).
L’Assemblea ha dedicato, poi, una giornata a un bilancio del sessennio appena trascorso, con la relazione della presidente uscente, Maria Voce, succeduta già dal 2008 alla fondatrice, e un successivo dialogo in cui è intervenuto anche l’attuale co-presidente, Jesús Morán. Una consegna da parte di Maria Voce che non potrà essere rieletta avendo ricoperto due mandati: «All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”».
A seguire, due giorni di dialogo intenso, vivace, proficuo sulle 4 tematiche individuate dall’intero Movimento nella fase preparatoria dell’Assemblea: il carisma dell’unità, le nuove generazioni, l’ambiente, gli ambiti di concretizzazione del carisma stesso. A queste si sono aggiunti tre argomenti proposti in questi giorni: famiglia, governance, opzione per gli esclusi. Innovativa, anche in questo caso, la modalità. Grazie al metodo dell’open space technology, divisi in tre fasce orarie secondo le provenienze geografiche, ogni partecipante ha avuto la possibilità di esprimersi e contribuire così alla redazione del documento finale dell’Assemblea che emergerà da un lavoro ampiamente condiviso.
Da domani, 31 gennaio, si entra nella fase delle votazioni per eleggere la presidente, il co-presidente, le e i consiglieri del Centro internazionale. C’è emozione, forse in qualcuno anche un po’ di preoccupazione, ma più forte di ogni cosa è anzitutto la certezza che le sorti del Movimento sono, oggi come sempre, nelle mani di Dio e che è chiamata in causa la responsabilità di tutti quelli che ne fanno parte, non solo di quanti verranno eletti in questi giorni.