Ancora emergenza tra neve e sisma
È stato dichiarato dal Consiglio dei ministri il nuovo stato di emergenza a seguito delle scosse di terremoto del 18 gennaio e della morsa di freddo e neve da record che ha colpito le regioni di Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. Ad oggi sono ancora molti, troppi, i comuni isolati specie nelle zone montuose, che risultano irraggiungibili anche solo per un contatto telefonico. In molte zone occorre poi riattivare le utenze elettriche ed idriche e la viabilità a tutti i livelli.
Intanto continuano senza sosta le ricerche l’Hotel di Rigopiano, nel versante pescarese del Gran Sasso, travolto letteralmente da una valanga di detriti e neve. A quasi due giorni dall’accaduto 11 sono le persone salvate, 19 i dispersi e 4 i morti. Ma si continua a cercare con speranza rinnovata dopo i recenti salvataggi nonostante la difficoltà a calarsi nella struttura alberghiera spostata dai detriti di circa 10 mt e ricoperta ulteriormente da altra neve.
Sempre un’altra slavina sul Gran Sasso, ma stavolta senza conseguenze, si è verificata sul versante teramano, fino a sfiorare il residence Prati di Tivo. In attesa dei soccorsi sia i turisti che i residenti del paese di Pietracamela, intrappolati da muri di neve di quasi 4 metri e senza luce, sono stati accolti temporaneamente nei Map (Moduli abitativi provvisori) e negli hotel della zona.
Intanto la Protezione civile, insieme alla Difesa, ha inviato altri uomini e mezzi nelle zone terremotate e per affrontare l’emergenza maltempo. Dalla Lombardia sono partiti, infatti, 281 volontari della Protezione civile e 54 mezzi speciali per raggiungere L’Aquila, Visso, Montorio al Vomano, Captignano, San Severino Marche, Campotosto e Ussita.
In queste ore emergono purtroppo anche i dati delle vittime dell’ultimo sisma. Sono 5 le vittime, abitanti delle zone montane del teramano tra cui un ragazzo di 23 anni di Crognaleto (Te) insieme al padre.
A Montereale, nel piccolo comune di mille abitanti de L’Aquila dove si sono verificate 2 delle 4 scosse di magnitudo superiore a 5 del 18 gennaio, gli abitanti sono sommersi da un metro e mezzo di neve e al momento sono alloggiati in strutture allestite per l’emergenza terremoto di agosto. Ad Amatrice, dove sono state estratte a sorte le 25 casette destinate ai terremotati, il sindaco Pirozzi ha lanciato un allarme: «Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve», con persone in assenza di luce e medicinali. Intanto sono in corso gli accertamenti per verificare i danni alle abitazioni e alle stalle con bestiame in pericolo. Crollati il campanile della chiesa di Sant’Agostino ad Amatrice e del tetto dell’abbazia di Montesanto a Civitella del Tronto (Teramo). Ulteriori danni si verificano anche a causa del peso della neve, come è accaduto a Chieti, dove si sono sbriciolati i muri di contenimento di più palazzi e sono state evacuate 13 famiglie.
Preoccupa, specie con l’avanzare dei giorni, il prolungarsi della situazione di migliaia di persone bloccate in casa senza luce e gas sparsi in vari piccoli comuni delle province delle Marche, specie Ascoli Piceno e Macerata, e Abruzzo in provincia di Teramo e L’Aquila. Sono tanti, infatti, gli appelli che giungono e che corrono sui social e testate locali: «Si sta esaurendo la carica dei cellulari. Aiuto».
Nel carcere di Castrogno di Teramo detenuti e personale al gelo e mancanza di elettricità che impedisce di preparare il vitto.
Nelle Marche, 6 persone, tra cui una signora di 90 anni, sono rimaste isolate a causa della neve nella frazione Piandelloro di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), ma sono state tratte in salvo da un elicottero dei vigili del fuoco. A Pievetorina (Mc) la neve ha fatto crollare la tensostruttura della Croce Rossa dove c’era la mensa, mentre il paesino del maceratese di Bolognola è a rischio valanghe e si è predisposto tutto per il trasferimento in hotel sulla costa delle 40 persone.
Migliore la situazione in Umbria dove molte scuole sono state chiuse. Foligno e le frazioni limitrofe, tra cui Colfiorito sono sotto la neve.