Addio a David Sassoli

Il Presidente del Parlamento europeo si è spento nella notte tra il 10 e 11 gennaio 2022. Lascia un vuoto tra quanti si impegnano per un’integrazione europea giusta e democratica.
Sassolli(Frederick Florin, Pool via AP)

Il 15 dicembre David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo dal 3 luglio 2019, aveva annunciato la volontà di non ricandidarsi allo scranno più alto dell’assemblea di Strasburgo, in vista delle elezioni di metà mandato a gennaio, per non creare una frattura con Renew Europe e i Verdi. L’incarico, infatti, dura due anni e mezzo e all’inizio della legislatura i partiti avevano concordato una staffetta tra un esponente dei Socialisti e Democratici (S&D), ovvero Sassoli, seguito da un esponente del Partito Popolare Europeo (PPE), i due gruppi più grandi che aggregano gli eurodeputati che sostengono la commissione presieduta da Ursula von der Leyen.

Sassoli, ringraziando per le tante sollecitazioni ricevute, aveva dichiarato che «il fronte europeista rischierebbe di dividersi, e sarebbe andare contro la mia storia, le nostre convinzioni, le nostre battaglie». A queste ragioni, forse si aggiungono anche quelle di salute. Infatti, Sassoli era stato ricoverato il 26 dicembre in una struttura ospedaliera italiana, a causa del sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario. Il cordoglio per la sua scomparsa è unanime.

David Sassoli, fiorentino di nascita, fa riferimento a quella tradizione del cattolicesimo democratico che ha avuto come maggiori esponenti personalità quali Aldo Moro, Giorgio La Pira, Sergio Mattarella, Romano Prodi e Paolo Giuntella. Proprio sotto l’impulso di Giuntella, Sassoli si è impegnato nella Rosa Bianca, un’associazione di cultura politica che riuniva gruppi di giovani provenienti dall’associazionismo cattolico (come l’Azione Cattolica Italiana, gli universitari della FUCI, i lavoratori delle ACLI, gli scout dell’AGESCI). Proprio nello scoutismo dell’AGESCI Sassoli aveva iniziato il proprio impegno giovanile.

David Sassoli era innanzitutto un giornalista, che si avvia alla professione collaborando con piccoli giornali e agenzie di stampa, come l’agenzia cattolica Asca. Nel 1985 incomincia a collaborare con la redazione romana del quotidiano Il Giorno, dove per sette anni segue i principali avvenimenti politici e di cronaca. Durante questo periodo, è testimone di alcuni eventi storici, come la caduta del Muro di Berlino. Attivo fin da subito sul fronte dei diritti fondamentali, tanto da essere tra i fondatori di Articolo 21, movimento di difesa della libertà di stampa.

Sassoli diventa poi un volto noto della TV. Nel 1992 è inviato di cronaca nel TG3 e nel 1996 conduce la trasmissione pomeridiana di Rai 2 Cronaca in diretta. Nel 1999 entra nella redazione del TG1 in qualità di inviato speciale e poi conduttore del TG1, fino a diventare, nel 2007, vicedirettore del telegiornale, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1 e Tv7.

L’impegno politico di David Sassoli caratterizza il suo attivismo per il bene comune. Alle elezioni del Parlamento europeo del 6 e 7 giugno 2009, con 405.967 preferenze, è il primo eletto (nelle fila del Partito Democratico) nella circoscrizione Italia centrale e risulta tra i più votati in Italia. È allora che decide di dedicare il resto della sua vita alla politica.

Il 1° luglio 2014 viene eletto Vicepresidente del Parlamento europeo e riconfermato nel gennaio 2017 è riconfermato Vicepresidente con 377 voti. Sassoli si impegna sulle tematiche dei trasporti, del bilancio, delle relazioni euro-mediterranee, sulla trasparenza e la tracciabilità delle spese, i diritti fondamentali.

Il 3 luglio 2019 viene eletto Presidente del Parlamento europeo, con 345 voti, al secondo scrutinio, con il sostegno dei gruppi europeisti. Durante il suo discorso di insediamento sottolinea come si debba recuperare e rilanciare lo spirito costituente dell’Unione europea (UE) e richiama il Consiglio dell’Unione europea alla necessità di ascoltare il Parlamento europeo, l’istituzione “più democratica” dell’UE, quella che vede i cittadini protagonisti, grazie all’elezione diretta.

A quanti lo hanno incontrato, come colui che scrive, resta il ricordo di un collega estremamente preparato, un professionista attento, una figura carismatica, una persona gentile, un europeista convinto, infaticabile promotore della causa di un’Europa unita, giusta, progressista, solidale tra i suoi Stati membri e nella comunità internazionale, vicina alle problematiche dei cittadini. Un membro di quell’associazionismo cattolico che tanto ha fatto bene all’Italia e all’Europa e del quale sentiamo tanto bisogno oggi. Mancherà il suo garbo, la sua capacità di illustrare concetti complessi in modo semplice, la sua dote di mediazione, il suo sguardo ottimista verso l’avvenire.

 

 

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