Il 15 marzo uno sciopero per il pianeta

La protesta avviata da Greta Thunberg, una ragazzina svedese preoccupata per i cambiamenti climatici e il surriscaldamento globale, si è estesa al mondo intero. Studenti, famiglie e scienziati chiedono ai politici un cambio di marcia.

Venerdì 15 marzo sarà una giornata storica per il pianeta terra. I ragazzi di tutto il mondo non andranno a scuola o all’università per manifestare in strada contro i cambiamenti climatici. Vogliono far sentire la propria voce, e il messaggio è rivolto soprattutto ai capi di stato e di governo a cui chiedono impegni concreti in favore del clima.

Dopo poco più di due mesi di scioperi nei ‘Fridays for Future‘ ideati dalla sedicenne svedese Greta Thunberg, il movimento studentesco ‘Global Strike For Future‘ ha ricevuto l’adesione di una sessantina di Paesi sparsi per il mondo e di più di 500 città. Ma per essere corretti non bisogna più citare solo giovani e ragazzi: a questa mobilitazione di massa ormai vi partecipano tutti: genitori, nonni, docenti, bambini e oltre 3000 scienziati.

incendi-in-svezia-epa-mats-andersson-sweden-outTutto è cominciato dall’attivista svedese Greta, questa ragazzina di 16 anni che è rimasta colpita dalle potenti ondate di calore e dagli incendi che l’estate scorsa avevano distrutto i boschi del territorio dove vive. E così, dal 20 agosto scorso ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni del 9 settembre per chiedere al governo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Con il suo cartello “Sciopero della scuola per il clima”, Greta è andata a protestare silenziosamente tutti i giorni davanti al Parlamento di Stoccolma.

Tutto il mondo si è accorto di lei agli inizi di dicembre 2018, quando aveva partecipato con un intervento al vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop24) in Polonia. «Non siete abbastanza maturi per dire le cose come stanno e lasciate anche questo peso a noi ragazzini», aveva sottolineato Greta. E ancora a fine gennaio a Davos in Svizzera, quando ha parlato davanti ai big della terra al World Economic Forum: «State distruggendo il mio futuro. Non voglio che speriate, vi voglio vedere nel panico».

greta-con-amici-epa-stephanie-lecocq-ansaQuesta sua presa di posizione è stata incredibilmente contagiosa e in poco tempo in tutto il mondo ogni venerdì si sono organizzate manifestazioni spontanee contro i cambiamenti climatici.

È importante che i ragazzi si muovano a livello globale e che muovano le coscienze di tutti. Se non agiamo ora, nel giro di 20 o 30 anni potrebbe essere troppo tardi. Fra le varie associazioni che hanno aderito all’iniziativa internazionale del prossimo 15 marzo ci sono anche i Ragazzi per l’unità del Movimento dei Focolari insieme a Prophetic Economy.

Quando i grandi della terra non riescono a trovare soluzioni condivise, ecco che entrano in gioco le mobilitazioni dei cittadini che spingono sui potenti per far prendere delle decisioni efficaci per evitare – in questo caso – il cambiamento climatico. E allora l’iniziativa di questi ragazzi è importantissima, perché sono quelli che un domani pagheranno di più gli effetti del cambiamento climatico.

I ragazzi del movimento dei Focolari già da un paio di anni si stanno impegnando per raggiungere uno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Onu: quello della Fame Zero. E l’iniziativa internazionale del prossimo 15 marzo va proprio in questa direzione.

 

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